SITO WEB, PERCHÉ VUOI (RI)FARLO?
Quando un’azienda decide di rinnovare il proprio sito internet, probabilmente desidera rinfrescare la propria immagine virtuale, quindi, mossa da questa esigenza e dall’entusiasmo per il rinnovamento, rischia di tralasciare alcuni aspetti fondamentali che potrebbero ritorcersi contro l’azienda stessa.
In 20 anni di consulenza in ambito web, ci è capitato spesso di confrontarci con aziende desiderose di migliorare la propria immagine online, ma incapaci di inquadrare il vero scopo che il nuovo sito avrebbe dovuto avere.
La prima domanda che rivolgiamo sempre ai nostri potenziali clienti è: “Perché si vuole rifare il sito?” La risposta più classica è: “Perché è vecchio e non ci rappresenta”.
Purtroppo questa è, spesso, l’unica risposta che riceviamo…
Le motivazioni “estetiche” sono sicuramente una molla scatenante, ma quando un’azienda decide di rifare il trucco al proprio sito, deve porsi necessariamente una serie di domande molto importanti, ancor prima di affidare il lavoro all’agenzia o al webmaster.
In primo luogo è importante comprendere bene perché il sito non ci “rappresenta” più:
- ci sono stati cambiamenti nel logo e la Brand Identity è stata compromessa?
- è stata cambiata l’immagine corporate, i colori, gli stili grafici e i font non hanno più riscontro con il materiale che oggi viene rilasciato ai clienti?
- è cambiato il modello di business aziendale?
- l’immagine precedente ha realmente rappresentato l’azienda fino ad oggi?
Spesso accade che un’azienda decida di aggiornare la propria “brand identity” per trasmettere il valore della crescita, un sentimento di consolidamento del brand. Una maturata consapevolezza nel “chi siamo”.
In questo scenario è importante concentrarsi su come questo “messaggio” sarà, poi, veicolato attraverso i differenti media, partendo dallo studio del logo, passando attraverso la rivisitazione degli strumenti cartacei per finire con la realizzazione di una web presence coerente e robusta.
Chiarite le motivazioni iniziali che spingono verso la realizzazione del nuovo sito, è bene porsi un’ importante domanda: qual è lo scopo?
Probabilmente la risposta più semplice risiede nella righe precedenti, ma è importante capire anche quale dovrà essere la vera “mission” del nuovo sito.
Spesso si tende a pensare che realizzare un sito significhi studiare un bel layout grafico, accattivante, rappresentativo, che mostri ai visitatori un’immagine aziendale coerente.
Tutto ciò è vero, ma oggi non basta più. Il sito web deve essere concepito come uno strumento di lavoro, un vero e proprio tool che l’azienda deve usare non solo per attrarre nuovi clienti, ma per consolidare il rapporto con quelli che consolidati.
É importante andare oltre al semplice aspetto grafico, soffermandosi maggiormente sull’aspetto interattivo, che consentirà all’azienda di comunicare pro-attivamente con i visitatori.
Uno degli aspetti decisivi, quindi, è individuare lo “scopo” del sito e per farlo è bene porsi alcune domande:
- il sito deve fornire solo le informazioni istituzionali? Si, no, quali?
- il sito permette al visitatore di comprendere la mission aziendale? E’ chiara? Il famoso “Cosa facciamo” è di immediata percezione?
- il sito deve proporre un ventaglio di soluzioni o deve essere molto specifico?
- il sito deve permettere la fruizione di un catalogo prodotti, servizi con richiesta di informazioni o consentire l’acquisto diretto dei prodotti a catalogo con pagamento elettronico?
Sono solo alcune delle domande le cui risposte portano alla focalizzazione del “perché” del sito.
Ovviamente queste ipotesi possono coesistere e, quando vengono messe assieme, portano inevitabilmente ad altre domande. Il tema importante è riuscire a dare risposte coerenti, ponendosi sempre l’obiettivo di soddisfare al meglio le esigenze di chi fruirà del sito.
Il sito web non è NOSTRO ma è LORO.
Un altro aspetto importante di ogni nuovo progetto è rappresentato dall’individuazione del target o di più target specifici.
La domanda che rivolgiamo sempre ai nostri clienti è: “Chi sono i tuoi clienti?“. Ogni imprenditore è convinto di conoscere bene il proprio “pubblico” perché, conoscendo perfettamente i propri prodotti, pensa di comprendere a pieno chi visualizzerà il proprio sito.
In effetti la prima indicazione di massima fornita dall’azienda consente di individuare alcune tipologie di clientela, ma la “targettizzazione” non può fermarsi a una analisi superficiale. É necessario comprendere i diversi aspetti della propria customer audience.
Anche in questo caso è opportuno porsi alcune domande:
- quanti anni ha il mio cliente tipo? Potrebbe essere importante individuare le diverse fasce di età alle quali rivolgere i nostri contenuti in maniera differente.
- di che sesso è il mio cliente tipo? questa categorizzazione di genere porta ad altre domande (ha figli, è sposata/o, ecc.) che ci permettono di comprendere meglio come proporre i nostri prodotti o servizi.
- che tipo di uso fa di internet? Capire se usa il pc, il tablet o lo smartphone per visitare il nostro sito ci dà un vantaggio nella progettazione dell’infrastruttura, consentendoci di implementare la migliore esperienza d’uso in base alle diverse piattaforme.
- in base a cosa il visitatore raggiunge il nostro sito? Lo studio delle query di ricerca ci permette di comprendere l’esigenza del nostro pubblico e ci aiuta a pianificare la migliore strategia di pubblicazione, disponendo i contenuti sul sito in maniera appropriata, così da ottimizzare l’indicizzazione dei motori di ricerca.
- Qual è la posizione geografica del mio cliente? La geolocalizzazione è un aspetto fondamentale per la diffusione del sito e ci permette di comprendere se il nostro pubblico è italiano o straniero; se arriva da una zona dove le traduzioni tecniche potrebbero essere travisate; se necessita dello sviluppo di pagine prodotto dedicate o se è opportuno realizzare una versione dell’ intero sito in madrelingua.
Questi sono solo alcuni input che la geolocalizzazione ci fornisce, ma basta pensare che ci sono paesi in cui i testi sono scritti non solo in una lingua differente dalla nostra, ma anche in senso inverso rispetto a come siamo abituati noi occidentali: si pensi alla lingua araba che si legge e si scrive da destra verso sinistra.
In questi casi non basta creare semplicemente un sito speculare, è fondamentale rivedere l’intero schema di fruizione dei contenuti: ad esempio, un form di richiesta informazioni potrebbe non risultare altrettanto visibile se non disposto correttamente, o venire totalmente snobbato perché colorato con sfondi e colori inopportuni, magari abitualmente associati ad eventi funerei…caso realmente accaduto nella nostra esperienza.
Infine, dopo questa “analisi introspettiva”, è necessario uscire dal “concetto sito” per iniziare a guardarsi attorno… cosa fanno gli altri? Chi sono gli altri? Lo studio dei competitor è una fase importante per capire come sono strutturati i nostri concorrenti. Se il mio “avversario” è Amazon, difficilmente riuscirò a competere sul mercato globale, cercando di realizzare qualcosa che gli somigli…forse. 🙂
Questa analisi va considerata come una vera e propria radiografia dei concorrenti, nella quale si valuta il posizionamento online ed offline, il probabile impegno economico, la strategia di indicizzazione sui motori di ricerca, il modello di business, la pianificazione pubblicitaria e così via.
Come si può capire, la realizzazione del nuovo sito internet, oggi, va intesa come la pianificazione di una vera e propria strategia di marketing e, forse, un vero e propria progettazione di una personale piattaforma di vendita. Il sito diventa il volano dinamico di un complesso sistema grazie al quale possiamo porci obiettivi sempre differenti e in continuo mutamento, permettendo al nostro business la flessibilità richiesta dall’attuale mercato.