La situazione
Il «Digital Workforce Report 2019» realizzato da Fluida la piattaforma cloud di Employee relationship management ha pubblicato alcuni indicatori molto interessanti sul tema della trasformazione digitale in ambito aziendale. Molte le buone intenzioni, ma nel concreto, sono più le buone intenzioni che i progetti veramente realizzati.
Se parliamo dell’Italia, anche nel campo delle risorse umane, il cammino da percorrere è ancora molto lungo. Se poi parliamo del remote working, il cammino è pure tortuoso. Nonostante questa tipologia di lavoro si pratichi oggi in circa due terzi delle imprese. Secondo Digital Workforce Report 2019 “solo il 5% delle organizzazioni della Penisola ha già adottato una soluzione mobile per rilevare dati di presenza dei collaboratori, mentre in circa quattro casi su dieci è richiesto un supporto fisico per segnalare la presenza al lavoro.”
Sempre dall’indagine che ha coinvolto imprenditori, manager e responsabili Hr, per quanto riguarda la digitalizzazione dei processi di gestione del personale in uno scenario occupazionale in cui sempre più spesso gli addetti non operano in sede, la situazione rimane ancora acerba.
Come si "accede" al lavoro?
Una breve analisi
Se analizziamo le modalità di rilevazione delle presenze, il 31% delle persone censite ha l’obbligo di possedere un badge; il 7% si affida ancora a un cartellino cartaceo; solo il 3% delle aziende utilizzano sistemi basati sulla lettura di impronte digitali e appena il 5% dei casi valorizza le proprietà dello smartphone.
Dunque se ne deduce che esiste un grave scollamento tra le reali esigenze d’uso e di interazione degli utenti finali e i sistemi per la gestione delle Hr attualmente impiegati dalla maggior parte della realtà italiane, dove dominano ancora rudimentali dispositivi di rilevazione locale, conteggi manuali o, addirittura l’assenza totale di tracciamento.